lunedì 11 agosto 2008

..foto omaggio della signorafranca..

Oggi pubblico alcune foto della colonia omaggio della signorafranca..non commuovetevi troppo :) ciao!!!









giovedì 7 agosto 2008

..il viaggio a Borca di Max..

Ecco il racconto di Max del suo ritorno a Borca...buone emozioni!!!
11 – 28 Luglio 1978 Borca di Cadore campo rosso;
4 – 5 Luglio 2008, una gita a Borca.
E si son passati 30 anni, e finalmente riesco a coronare un grande desiderio, che ormai da 10 anni mi assillava, e dopo la scoperta del forum di Sergio, la vista delle foto degli eniani, le lettere, il sito di Roby, ormai non resistevo più e ci siamo andati.
Venerdì 4 Luglio alle 10, 30 ci siamo messi in macchina io e Betti, anche lei Eniana, mia amata compagna da 9 anni, nonché mamma della nostra fantastica bambina, e siamo partiti alla volta di Borca.Dopo 3 ore di auto abbiamo fatto una sosta a visitare la diga del Vajont, per poi proseguire per Borca, la seconda parte del viaggio ho fatto guidare lei, perché volevo godermi lo scenario che curva dopo curva si presentava ai miei occhi, e assurdo dirvi che il mio cuore batteva all’impazzata come quello di un bambino davanti a una coppa di gelato, fin quando dopo Vodo ci siamo accorti che la strada scorreva sotto l’impetuoso Antelao, e invece davanti compariva il non meno bello Pelmo? Quello che sembra un enorme coppa.Finalmente il cartello BORCA DI CADORE, il distributore dell’Agip e di fronte alla nostra destra il sogno, il brivido che ancora mi scorre sulla pelle, la recinzione del campo bandiera, la copertura dell’aula accettazione, il palo della bandiera, e più in alto la chiesetta, SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII ECCOLAAAAAAA!!!!!
Subito svolta a destra e iniziamo a salire il Viale E. Mattei, quindi a sinistra e davanti a noi un cancello chiuso da un catenaccio e una Panda parcheggiata fuori, scendiamo dall’auto e la mia attenzione va subito ai muri di recinzione del comprensorio colonia, unici e originali con i quadri forati da dove si sbirciava per vedere l’esterno, e qualcuno sognava anche di scappare, quindi oltre il cancello, il gabbiotto ben tenuto ma chiuso e vuoto di persone, sulla destra ammassati materiali da costruzione, erbacce e abbandono; mi guardo intorno per vedere se c’era qualche buco non visto (ci sono anche nei migliori programmi informatici) ma non ne vedo, hanno badato a tutto.Proseguiamo a salire, superiamo l’Hotel Boite e la chiesetta, la meta è il campeggio e finalmente ci arriviamo, lasciamo la macchina e ci avventuriamo a piedi.
Qui lo scenario è diverso, innanzitutto è aperto e c’è gente dentro, adulti e bambini, il campeggio è in attività ma non dall’Eni, da gruppi religiosi che lo prendono in affitto e ci organizzano i campi per i bambini della parrocchia; comunque proseguiamo ad addentrarci mentre io scatto foto.
Arriviamo all’ingresso della mensa, degli adulti seduti all’ombra ci guardano e ci salutano, un uomo ci viene incontro era il responsabile, e ci chiede il perché della nostra visita, gli spieghiamo la cosa, ci ascolta e ci autorizza senza esitare, mi autorizza a fotografare e ad entrare in mensa, ma non solo, a girare l’intero campeggio, “TANTO LO CONOSCETE” dice l’uomo.
Fantastico giriamo in tutti i campi, foto ovunque, nell’ordine campo bianco, rosso, giallo, ancora rosso, blu, la palestra, e ogni angolo, poi dopo più di un ora siamo usciti, con i visi sorridenti e felicissimi.Andiamo a rinfrescarci e a cambiarci, e poi a sentire un po’ il parere dei ragazzi dell’albergo a riguardo della colonia, ma purtroppo son tutti giovanissimi e non ne sanno niente, solo uno più anziano, di Borca, ci dice che è impossibile entrare perché pericoloso, ma a noi non interessa entrare negli edifici, può essere pericoloso davvero, ma solo visitare l’esterno e fare qualche scatto.Così l’indomani mattina dopo aver visitato la chiesetta ci inoltriamo nei sentieri, in mezzo alle villette, fin quando troviamo a ridosso della colonia purtroppo o per fortuna solo all’esterno, infatti lo scenario è desolante, completo abbandono e in rovina, sembra che venga utilizzato come deposito di materiali da cantiere, riesco comunque a scattare parecchie foto molto significative soprattutto per chi come noi ha vissuto quei posti nella piena attività, i padiglioni dormitori, i padiglioni ricreativi, il retro dell’accettazione, la gabbia degli Orsi (ai nostri tempi ce n’erano 2 Giulietta e Romeo).Finalmente abbiamo soddisfatto un nostro desiderio, ma oltre ad aver risvegliato e rifatto vivere in noi tanti ricordi, ci ha riempito anche di amarezza e delusione, però è stato bello.Ciao a tutti e per ripagarvi del tempo dedicato alla lettura vi regalo qualche foto.Max e Betti.